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Istat: tavole sempre più povere (da Sloweb)

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La crisi va avanti, i consumi degli italiani no. Gli ultimi dati diffusi ieri dall’Istat (il 22 dicembre) non promettono niente di buono e se tra settembre e ottobre si registrano variazioni positive (+ 0,2% delle vendite alimentari, +0,3 quelle non alimentari) nei primi dieci mesi dell’anno le famiglie italiane per mangiare hanno speso lo 0,5% in meno.

I dati sono ancora più significativi se si confronta il solo mese di ottobre: nel 2010 le vendite alimentari sono calate dello 0,9% rispetto al 2009 mentre quelle non alimentari registrano lo 0,4% in meno.

Non vanno dunque bene i consumi, un segnale tutt’altro che positivo e un indice che dimostra che la ripresa è ancora lontana. Nei primi dieci mesi dell’anno le vendite al dettaglio hanno registrato una variazione nulla su base annua ovvero sono rimaste ferme rispetto ai già modesti risultati del 2009.

Un discorso diverso va fatto per il mercato della grande distribuzione dove sia le vendite di prodotti alimentari, sia quelle di prodotti non alimentari sono aumentate (+0,6% e +1,2%). Le vendite delle imprese operanti su piccole superfici hanno segnato una variazione negativa sia per i prodotti alimentari (-3,3%) sia per quelli non alimentari (-1%).

La Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) ha approfondito questo tema analizzando come la crisi ha imposto nuove abitudini alimentari ai consumatori, sulla base dei dati delle rilevazioni territoriali delle proprie strutture e di quelli dell’Istat e di Ismea, relativi al primo semestre 2010.

Anche questo rapporto rivela la difficoltà delle famiglie italiane: quattro su dieci sono costrette a tagliare i consumi mentre sei su dieci cambiano menù. Allo stesso tempo cresce l’acquisto di prodotti di qualità inferiore e aumenta la ricorsa alle promozioni. Il 36% delle famiglie, riferisce la Cia è stato costretto a scegliere, per via delle difficoltà, prodotti di qualità inferiore, mentre il 32% compra solamente prodotti in promozione, sempre più diffusi nel comparto agroalimentare. Cresce anche il ricorso ai supermercati discount, che, stando allo studio Cia, stanno diventando una delle mete preferite dei consumatori.
Nei primi sei mesi del 2010, infatti, la percentuale di famiglie che ha acquistato prodotti agroalimentari presso hard-discount è passata dal 9,8% dello scorso anno al 10,6%.

E ancora riporta oggi il Sole 24 Ore: «[…]I consumi restano fermi anche secondo il Barometro Coop di Natale: l’osservatorio trimestrale di monitoraggio della catena distributiva italiana segnala un fine anno all’insegna della sobrietà con poche spese e molto ponderate alla ricerca delle promozioni. Aumenta la forbice tra Nord, Centro e Sud dove il 27% delle famiglie ridurrà la spesa natalizia per gli alimentari contro il 19% del Centro-Nord. Inoltre solo al sud il discount è considerato come uno dei canali preferiti di acquisto a differenza del Centro-Nord dove si continuano a frequentare con maggiore assiduità super e ipermercati.».

Michela Marchi
m.marchi@slowfood.it

Fonte
istat.it
cia.it
Il Sole 24 Ore
La Stampa

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