Il Tiglio a Isola San Biagio – Montemonaco (AP)
Noi obbiettivamente siamo abituati a girare molto per i ristoranti, stavolta ci siamo allontanati un bel pò da Firenze ma non avevamo mai trovato un ristorante come Il Tiglio a Isola San Biagio – Montemonaco (AP).
Siamo nel Parco dei Monti Sibillini, bellezze naturali a perdita d’occhio ad un’altezza di 932 metri, qui in una minuscola frazione, abitata da 22 anime, che porta ancora i segni del terremoto del 2016, è risorto Il Tiglio, un ristorante gourmet che non ti aspetti!
Lo chef Enrico Mazzaroni, sorridente e pieno di entusiamo, è un campione di accoglienza, di creatività di ingegno che gioca con le allegorie e lo spettacolo presentando le sue creazioni.
Il su0 menù è una kermesse gastronomica piena di colpi di scena e di allegorie.
Cibi che escono da una scatola in tessuto ricamato, altri avvolti da suffimigi balsamici, altri che fanno equilibrismo su statue di legno.
Una cena che vi fà divertire e riflettere sulla creatività e sull’equilibrio nel gusto che uno chef rubato all’università potrà regalarvi.
Pensate che quando ho chiesto ad Enrico quale fosse il piatto a lui più caro mi ha risposto “Un dolce che facevo a Recanati composto da cervello di agnello”.
Non storcete il naso, bisogna assaggiarlo! Con questo potreste aspettarvi di tutto ma vi garantisco che anche il dolce cha abbiamo mangiato noi, guarnito con caviale di acciughe, era perfettamente equilibrato e… proprio buono!
Ho voluto, anche se è un pò lunga, che Enrico ci racccontasse la sua storia perché lo merita. Prendetevi qualche minuto e leggetela e vi farà riflettere.
La Storia raccontata dallo chef Enrico Mazzaroni
“Il Tiglio ha aperto le porte nel lontano 1994 con mamma Anna e papà Pippo.
Era una piccola trattoria dove io durante le estati libero dagli impegni universitari aiutavo in cucina la mamma e in sala papà.
Una trattoria semplice di grigliate, tagliatelle al cinghiale e affettato.
Nel 2004 ho deciso di prendere io in mano la cucina ed iniziare i primi cambiamenti, nel frattempo avevo lasciato i miei impegni all’università come ricercatore in diritto internazionale.
E da lì e iniziata la mia carriera come cuoco, un po’ di esperienze internazionali ma sostanzialmente autodidatta, piano piano abbiamo trasformato la trattoria in un ristorante elegante.
Il cambiamento non è stato indolore né per noi né per la nostra clientela che non capiva lo sconvolgimento e rimaneva molto sorpresa nel trovare in un borgo così isolato e ai confini del mondo un ristorante con una cucina elaborata tovaglie lunghe e servizio di alto livello.
Il tempo è passato e la piccola realtà si è fatta conoscere piano piano e si è consolidata fino al 2010 quando abbiamo deciso di aggiustare finalmente il locale.
Lo abbiamo rifatto tutto da capo per arrivare ad avere anche una cantina di 300 etichette e identificarci davvero verso una cucina e una sala Fine Dining.
Così abbiamo proceduto fino al 2016 conquistando posti in tutte le maggiori guide gastronomiche italiane.
A febbraio 2016 grazie all’aiuto di Anna Maria Farina abbiamo rifatto completamente il locale dandogli un taglio moderno e innovativo e così è stato per la cucina e la carta dei vini grazie all’ormai socio Gian Luigi Silvestri.
La cantina finalmente spaziava tra etichette italiane e internazionali di grande pregio.
Tutto sembrava andare per il meglio fino al terribile terremoto che ha colpito il centro Italia il 30 ottobre 2016.
Il Tiglio, con la scossa del del mattino, è risultato definitivamente inagibile e parzialmente crollato.
Così si sono aperti anni di dura sofferenza e di pellegrinaggio verso la costa, lontani nostro malgrado dalla nostra terra.
Nel 2017 abbiamo aperto “Il Tiglio in vita” a Porto Recanati grazie ad un imprenditore che voleva lanciarsi nel mondo della ristorazione.
È stata una nuova versione ancora più elegante e sopra un magnifico terrazzo con una cucina prevalentemente di pesce.
Sembravamo aver dimenticato l’incanto della montagna, ma non era così, anzi!
Ogni giorno sentivo il dolore del distacco e della perdita e la nostalgia di casa era molto forte.
Dopo due anni grazie anche ai disaccordi con la proprietà siamo stati lasciati liberi dagli accordi contrattuali.
E potendo scegliere se restare o andarcene abbiamo deciso di tornare nella nostra terra dove nel frattempo papà Pippo aveva ricostruito, a sue spese, un piccolo locale prendendo in affitto una struttura ancora intatta nel paesino di Isola San Biagio.
Così nel 2019 ricomincia la mia avventura a casa, molto avviviliti all’inizio ma la scelta con il tempo si è rivelata giusta e siamo tornati felici come prima ma… è arrivato il Covid!
Eccoci ora nel 2021 a ripartire di nuovo dopo tanti sacrifici sperando che sia la volta buona!”
L’arrivo
Cosa posso dirvi? Noi quando siamo arrivati, piuttosto provati dal viaggio, non credevamo ai nostri occhi, una strada magica, piena di verde, di tornanti, di memorie passate e di scorci che ci rimandano ad altre terre.
Nei paesi che abbiamo incontrato lungo la strada ancora sono molte le case puntellate ed ancora ci sono tangibili i ricordi del terremoto.
Proprio a Isola San Biagio, quasi come nel set di un film, una casa, privata del muro esterno, offre la vista del bagno con lo specchio ancora appeso e di mobili rimasti là come testimoni impassibili del passare del tempo.
Finalmente arriviamo al Tiglio e, varcata la porta nella semplice costruzione, troviamo la meraviglia e rimaniamo particolarmente sorpresi dell’avvenenza del luogo.
Arredi fini, moderni e con un tocco di eleganza che proprio non ti aspetteresti.
Noi ci accomodiamo e ci accolgono il Direttore Gian Luigi Silvestri e il suo collaboratore Sommelier Nicola Coccia ed iniziano a raccontarci la filosofia del Tiglio.
Assaggi e portate composte da pochi ingredienti tutti ben riconoscibili. Questa è la peculiarità della cucina del Tiglio.
Il menù
Esistono due diverse tipologie di menù “Il Ritorno” e “La Transumanza”, entrambi con un buonissimo rapporto qualità prezzo.
Di seguito il menù che abbiamo assaggiato nelle foto di AlirezaMohtashami.
Ecco la mise en bouche Sfera ripiena di parmigiano da mangiare in un sol boccone, un’esplosione nel palato con la nota acida data dal frutto della passione, un inizio di alto livello.
Una trota nel bosco, servita in maniera molto coreografica in modo da gustare la trota proprio in mezzo alla balsamicità di una selva di abeti.
Un equilibrio gustativo molto piacevole fresco, leggero e gustoso.
Foie Gras, burro nocciola, limone e caviale, un boccone delizioso, la quintessenza del gusto da prendere con due dita.
Gambero rosso, rosa e midollo, freschezza in un abbinamento temerario suffragato dall’eleganza della rosa.
I pani del Tiglio, preparati con farine antiche e serviti con un burro artigianale e una spuma di kefir.
Insalata sporca, l’idea di proporre dalla terra direttamente al piatto prende forma in modo divertente in questa portata che accentua l’importanza dell’uso di derrate agricole possibilmente autoprodotte.
Cervo e cetriolo, un binomio con la tartare di cervo che ricorda la natura selvaggia e la terra con i suoi prodotti. Gusto deciso e intenso.
Seppia e piselli, un omaggio ed un’unione al mare e alla terra che si consolida con le seppie appena scottate e i piselli freschissimi.
Anatra e ciliege, singolari le stelle di ciliege che ben armonizzavano con la loro acidità l’anatra stimolando la salivazione creando un piatto piacevole da gustare e da vedere con la “lingua” a forma di anatra come “firma” dello chef.
Raviolo stracchino e limone, un piatto ricco e gistoso, come gli altri, divertente con i pochi ingredienti che si esaltano vicendevolmente.
Fegato di vitello e sambuco, perfetto, il miglior fegato mai mangiato, equilibrato e con grande carattere. Quasi impossibile pensare che un fegato possa essere così gustoso.
Per finire
Sorbetto di sedano e mela verde, un predessert perfetto, giusta dolcezza e acidità, che pulisce la bocca e prepara il palato al vero e proprio dessert.
Yuzu e miso, dessert equilibratissimo di grande impatto visivo e gustativo in cui il caviale di acciuga ha avuto un ruolo determinante per equilibrare la parte sapida con quella acida e fresca.
Enrico Mazzaroni si merita un monumento per l’amorevole lavoro che svolge in cui vuole naturalmente promuovere anche il territorio dove lui è nato.
Vicino a Isola San Biagio ci sono molte bellezze naturali e l’occasione giusta è quella di andare a visitarle e a pranzo o a cena deliziarsi poi con i suoi piatti.
Potrete anche dormire nel semplice agriturismo con piscina esistente nella stessa struttura.
Rivalutiamo queste zone che hanno sofferto, si meritano tutto il nostro supporto.
Via Isola San Biagio, 34 Montemonaco (AP)
Tel. 0736856441 – E.mail ristoranteiltiglio@yahoo.it
© Tutte le foto dell’articolo sono scattate da Alireza Mohtashami ed hanno copyright by marcobechi.it
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