Dieta Mediterranea
Dieta Mediterranea

Dieta mediterranea ed esercizio fisico riducono i rischi di demenza senile

da “Il Fatto Alimentare”

La dieta mediterranea, grazie alla sua ricchezza grassi di origine vegetale (olio di oliva, frutta secca) e pesce, potrebbe ridurre i rischi di demenza e Alzheimer, secondo uno studio realizzato a New York e pubblicato sulla rivista scientifica Archives of Neurology.

Come risulta dal rapporto Health at a glance: Europe 2010, l’aumento dell’aspettativa di vita e il calo demografico faranno sì che nel 2050 un cittadino europeo su quattro avrà più di 65 anni. Dovremo perciò fare i conti non solo con il calo della produttività e l’aumento della spesa pensionistica, ma anche con la sempre maggiore diffusione di patologie della terza età, come la della demenza senile.

Alcuni spunti utili ai fini della prevenzione provengono da un’indagine, svolta oltreoceano dalla Columbia University, che ha dimostrato l’efficacia del colesterolo buono (HDL) non solo per ridurre i rischi di patologie cardiovascolari, ma anche per prevenire la demenza.

Nei soggetti con un alto livello di colesterolo buono nel sangue (>56mg per decilitro) i casi di Alzheimer sono ridotti del 60% rispetto a coloro che presentano livelli minimi di colesterolo HDL nel sangue (<38mg/dl). Le differenze tra i due gruppi sono sostanziali anche tenendo conto di altri fattori come l’età, il sesso, il livello culturale e la predisposizione genetica.

«Riteniamo che ci sia una relazione causale tra i maggiori livelli di colesterolo HDL nel sangue e la protezione dal rischio di demenza – ha affermato Christiane Reitz – autore principale dello studio, e professore di neurologia all’istituto Taub per la ricerca sul morbo di Alzheimer e l’invecchiamento del cervello. «All’inizio dello studio, nessuno dei pazienti aveva problemi cognitivi. Nel tempo, alcuni hanno sviluppato la demenza con diverse incidenze». I ricercatori della Columbia University hanno seguito 1.130 residenti a Manhattan di età superiore a 65 anni, conducendo valutazioni cliniche, neurologiche e psicologiche; nel corso dello studio sono stati diagnosticati 101 nuovi casi di Alzheimer, all’età media di 83 anni.

L’autrice della ricerca ha evidenziato che il ruolo del colesterolo HDL nella protezione dalla demenza si è rivelato tale solo nei casi in cui il suo livello nel sangue era effettivamente alto (>56ml/dl).

Il meccanismo esatto di questa protezione non è chiaro. Alti livelli di HDL nel sangue possono proteggere dagli infarti perché riducono la formazione della placca aterosclerotica, un fattore determinante per lo sviluppo del morbo di Alzheimer. In ogni caso, Christiane Reitz raccomanda ai pazienti una dieta mediterranea ricca di grassi salutari, come quelli dell’olio d’oliva, del pesce e della frutta con guscio. Insieme a un’attività fisica adeguata, perché «Anche l’esercizio aerobico aiuta molto».

Il motto latino «mens sana in corpore sano» resta valido: numerose ricerche citate nello studio hanno dimostrato che le persone anziane più abituate a camminare presentano livelli inferiori di rischio di sviluppo della demenza, poiché il regolare esercizio fisico migliora il flusso di sangue anche nell’area cerebrale, oltre a stimolare la produzione di ormoni e altri fattori legati allo sviluppo di nuove cellule nervose.

L’esercizio fisico aumenta anche i livelli di colesterolo buono nel sangue. Precedenti studi hanno anche mostrato come gli animali mantenuti in esercizio fisico attivo hanno una memoria migliore e un maggiori numero di cellule nervose nell’ippocampo, una parte del cervello che entra in gioco nel ricordare. Non solo: l’attività fisica aiuta a escludere o mantenere sotto controllo patologie come il diabete di Tipo 2, che pure aumenta il rischio di demenza.

Dario Dongo

foto: Photos.com